Nel febbraio 1922, Francesco Lanza, alle prese con la stesura di quelli che sarebbero
diventati i “Mimi Siciliani”, scrive ad Aurelio Navarria “L'opera è in decisa opposizione a tutta la
letteratura corrente (…) Per la forma, si riattacca necessariamente a Verga, per la sostanza, il
modello di riferimento (forse) è Roumanille.