Tutti sanno che nelle farmacie sono in vendita dei finti cioccolatini che si danno ai bambini per purgarli. Vincenzo il fontaniere quando venne a sapere della loro esistenza ne inventò una delle sue. Al Circolo Operai di Valguarnera, la sera si giocava a carte. Un gruppo di cinque amici, ogni sera si riuniva per giocare a ramino. Erano di solito le stesse persone. Attorno al tavolo dei giocatori si sedevano altre persone per assistere alla partita. Una sera, Vincenzo comprò un sacchetto di gustosi cioccolatini veri e andò a sedersi vicino ai giocatori per assistere alla partita come gli altri. Fece passare un po’ di tempo e poi tirò fuori dalla tasca della giacca una decina di cioccolatini per offrirli a tutti gli astanti. Intanto, per rassicurare gli altri, ne scartò uno e se lo mise in bocca. Quasi tutti approfittarono dell’occasione per gustare un delizioso cioccolato, visto che stranamente era il fontaniere a pagare. E fu un coro di grazie mentre uno di loro disse: “V’ncìst a Sisal?”. Vincenzo rispose che mai al mondo avrebbe mangiato da solo quei gustosissimi dolci. Ora, siccome tutti conoscevano il tipo, pensarono che tutto questo affetto doveva nascondere qualcosa. Un paio di loro si misero il cioccolato in tasca perché volevano vedere come andava a finire. Ma non successe proprio niente.
L’indomani si ritrovarono quasi tutti al solito posto. Dopo un po’ arrivò Vincenzo. Uno di loro disse: “Ma quei cioccolatini erano proprio buoni ne hai ancora?” – “Ma certo, ecco qui” rispose. Mise la mano in tasca e ne tirò fuori un pugno. Tutti allungarono la mano per prenderne quanti più possibile. E Vincenzo: “Prendetene quanti ne volete che poi un giorno vi racconterò da dove vengono. Mica li pago”. Così tutti si fecero una bella scorpacciata di dolcini.
La storia continuò per diversi giorni, tanto che la sera tutti aspettavano che Vincenzo portasse i cioccolatini. La voce dentro il circolo si sparse tanto che la sera attorno al tavolo del ramino si radunava un bel po’ di soci. Ma dopo alcuni giorni, Vincenzo, prima di recarsi al circolo passò dalla farmacia, dove comprò un sacchetto di cioccolatini purgativi. Nemmeno gli diedero il tempo di sedersi che tutti stesero la mano per prendere i “dolcini”. Il fontaniere li distribuì a tutti, tanto che disse: “Non ne avete lasciato nemmeno uno per me. Ma bene così. Mangiate, mangiate che fanno bene alla salute e soprattutto allo stomaco”. Fece passare un po’ di tempo e quando si accorse che tutti avevano mangiato almeno due purghe, disse: “Ora ci vorrebbe una bella gazzosa”, chiamò a voce alta l’usciere del circolo: “Porti qualche gazzosa per favore, anzi ne porti cinque”. Visto che pagava Vincenzo ci fu la gara tra chi doveva bere le gazzose. Ora lascio immaginare cosa può accadere nello stomaco di chi mette assieme una purga e una bevanda gassata. Una bomba!!!!
Dopo alcuni minuti qualcuno incominciava ad avvertire qualcosa di strano. Vincenzo salutò “Buona sera a tutti, purtroppo devo andare a casa”. Si alzò e incominciò a scendere verso il piano terra dove si trovava il bagno. Ora era il momento di raccogliere i frutti di giorni di lavoro e anche per i soldi che aveva investito in cioccolati, purghe e gazzose. Non dovette aspettare molto tempo. Il primo a scendere le scale fu uno dei più assidui frequentatori del circolo. Scese le scale a cento all’ora, aprì la porta del bagno con la mano destra, mentre con la sinistra si teneva i pantaloni. A razzo entrò nel bagno e solo dopo si seppe che non fece in tempo. Una parte se la fece nei pantaloni. All’esterno si sentì un rumore inconfondibile e lui che ripeteva: “Stai murjnn!”.
Intanto, altre due persone scendevano le scale. “Prima ìu” – “No prima ìu”. Litigavano per chi doveva entrare nel bagno e non sapevano che il bagno era occupato: “Porca msèria! S’prùghiat ch nan putim star chiù”. Intanto arrivavano gli altri e uno di loro incominciò a spingere quelli che erano davanti: “Lassàtmi passar ch riv prima intra”. Vincenzo che per le risate quasi si sentiva male, pensò che era meglio svignarsela tanto al circolo non si poteva più stare a causa del cattivo odore.
L’indomani nessuno dei malcapitati si presentò. Era meglio avere un bagno a portata di mano. Tutti subirono lo scherzo. Vincenzo li aveva fregati. E poi, come disse uno di loro: “Avìva na vita ca na m purgava”.