Il Fontaniere Capo (Vincenzo) del Comune e gli aiutanti fontanieri, all’epoca, erano tutti cacciatori di conigli. In paese i cacciatori erano così numerosi che si aprì un circolo dove la sera si incontravano e c’era la gara a chi la sparava più grossa. Un nostro compaesano, che insegnava a Roma, quando si apriva la caccia tornava a Valguarnera per cacciare. Lui non frequentava il circolo, però era solito passeggiare per le strade principali del paese. Quando passava davanti al circolo dei cacciatori, Vincenzo alzava la voce per essere sentito dal professore Longo: “Oggi fun cincu i mwrt” (naturalmente, i morti erano i conigli). Il professore faceva finta di non sentire. L’indomani mentre passava davanti al circolo, Vincenzo alzò la posta: “Ogg i murt fun dec”. Nessuna reazione. Il professore si girò dall’altra parte.
I cacciatori sono invidiosi tra di loro e nel raccontare le loro avventure non dicono mai la verità. Il professore Longo questo lo sapeva e non dava confidenza a nessuno. Ma una sera Vincenzo la sparò grossa, a voce alta, per farla sentire al professore mentre passeggiava per i fatti suoi: “Ven r fora p sèntr i cwrp che sparam nui,oggi i murt fun dciwtt”. Questa volta il professore cadde nel tranello e rispose in romanesco: “Cor culo” e proseguì senza guardarlo in faccia. Tutti i presenti scoppiarono a ridere: il fontaniere aveva raggiunto il suo obiettivo.
Proprio in quel periodo la caccia andava poco bene per lui. I suoi compagni di lavoro se la ridevano e si “bagnavano il pane”. Loro avevano preso diversi conigli tanto che un paio li avevano conservati nel frigorifero dell’officina idraulica municipale. A Vincenzo questo sfottò non andava bene, così prese i conigli dal frigo e se li portò a casa. Quando, i suoi collaboratori rientrarono, al posto dei conigli trovarono un foglio di carta dove c’era scritto: “ORDINE DI SERVIZIO: E’SEVERAMENTE VIETATO LASCIARE I CONIGLI INCUSTODITI”. Firmato IL FONTANIERE CAPO.